La fitoterapia rappresenta da anni uno dei punti di riferimento per la medicina naturale. Da alcuni mesi Greenpharma Potenza e Accademia Tiberina hanno avviato studi integrati legati alla materia in questione e grazie alla presenza e all’ausilio di esperti di settore sono pronti ad avviare nuovi processi metodologi legati al miglioramento generale della salute e del benessere. Tra gli esperti del settore figura Francesca Bosco, che da tempo studia e opera nel mondo della fitoterapia con il dichiarato intento di dare man forte alle dinamiche del comparto. Federica Bosco è nata a Potenza il 27 marzo 1989, laureata in farmacia, ha svolto diverse collaborazioni scientifiche e ha lavorato in diverse farmacie di Potenza. Con la responsabile scientifica lucana l’analisi della fitoterapia è stato legato a diverse tematiche tutte da scoprire. In Basilicata come siamo messi nel campo della fitoterapia? “La Basilicata possiede una ricchezza floristica enorme, con un’innumerevole varietà di piante ed erbe medicinali che potrebbero essere un modo per valorizzare e far sviluppare la nostra Regione da un punto di vista sanitario, turistico e delle coltivazioni”. Cosa s’intende per fitoterapia? “La fitoterapia è ormai parte integrante della medicina. Alcuni definiscono bollarla come terapia non convenzionale perché non è stata ancora inserita nei programmi didattici dei corsi di laurea di medicina e chirurgia, mentre per l’OMS rappresenta una medicina tradizionale, fatto è che la fitoterapia rappresenta un aspetto non trascurabile della medicina scientifica che consente di intervenire nella prevenzione e cura di diverse malattie, con piante medicinali e derivati qualitativamente controllati, nonché titolati e standardizzati in principi attivi. I rimedi fitoterapici non sono certo da proporre in alternativa ai farmaci di sintesi ma possono essere vantaggiosamente associati ad essi, non in virtù di energie misteriose bensì di sostanze chimiche farmacologicamente attive. L’elemento caratterizzante della fitoterapia è il fitocomplesso, cioè l’insieme di sostanze estratte dalla droga vegetale, comprendente il principio attivo: tale caratteristica distingue il farmaco vegetale dal farmaco di sintesi, per un più ampio ventaglio di attività terapeutiche e per una minore incidenza di effetti indesiderati”. Quali sono le prospettive in tal senso? “La fitoterapia nel corso degli ultimi anni ha compiuto enormi progressi ed è uscita dal ristretto circolo degli adepti per diventare una forma di cura affermata. A tutto ciò non ha fatto seguito, però un adeguato aggiornamento nella preparazione dei medici e dei farmacisti, i quali si trovano spesso a dover affrontare le richieste di rimedi fitoterapici da parte dei pazienti, senza possedere sufficiente conoscenze in materia. Se i fitoterapici hanno generalmente maggiore tollerabilità e minor rischio di effetti indesiderati rispetto ai farmaci di sintesi, ciò non toglie che debbano essere utilizzati con competenza da parte del medico e del farmacista: perché comunque di farmaci si tratta, da usare nelle corrette indicazioni, in dosi appropriate e considerando le interazioni reciproche, la possibilità di fenomeni allergici, e di effetti indesiderati. Né si può dimenticare che esistono anche rimedi vegetali importanti, come belladonna, digitale, reserpina e le piante tossiche, stramonio, cicuta oltre agli oli essenziali che devono essere assunti con estrema cautela. In effetti la fitoterapia è una disciplina complessa che richiede una adeguata preparazione. La normativa italiana, sebbene preveda la prescrizione galenica, classica la maggior parte dei preparati a base di fitocomplessi come integratori alimentari ciò favorisce purtroppo l’uso appropriato di una così importante risorsa”. Quanto la medicina naturale può costituire un punto di partenza per dare nuova linfa al comparto? “Ritengo che per il medico e il farmacista sia oggi diritto-dovere conoscere le realtà scientificamente riscontrate relative alla fitoterapia, materia ricca di storia e tradizione, ed al tempo stesso nuova in quanto modulata dalla ricerca fitochimica e farmacologica, importante sarebbe diffondere la fitoterapia tra gli studenti di medicina ed i medici in modo da poter veder realizzare anche nella nostra azienda e in quelle che operano nel settore l’Unità Operativa dedicata, inserita tra le prestazioni del SSN, come già avviene nella Regione Toscana, importante sarebbe a mio avviso colmare alcune lacune dei farmacisti, non abituati ad utilizzare tali rimedi fitoterapici, sottolineando come è possibile curare le piccole patologie, quelle che i farmacisti sono abituati a riconoscere nei disturbi curabili con i farmaci SOP e OTC, utilizzando prodotti prevalentemente naturali stando attenti, però ad utilizzare dosaggi corretti”.
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